Descrivere nel referto:
• la morfologia dell’aneurisma, se sacciforme o fusiforme.
• la lunghezza dell’aorta e dei vasi iliaci, cioè dall’arteria renale più bassa fino alla biforcazione iliaca, e la lunghezza delle arterie iliache.
• il calibro dei vasi iliaci. I sistemi di rilascio hanno un calibro compreso fra 4 e 6 mm.
La presenza di eventuali placche o tortuosità rende difficoltoso il passaggio ed aumentano il rischio di dissezioni o rotture.
• pregresse chirurgie, per esempio endoarterectomie, bypass, patch vascolare.
• la lunghezza del tratto, definito colletto, fra l’estremità prossimale dell’aneurisma e l’arteria renale più distale.
• il diametro del colletto preso perpendicolarmente, se conico dare calibro minore e maggiore.
• l’eventuale angolazione fra il decorso dell’aorta e la linea parallela al colletto (se <120° rende difficoltoso l’impianto).
• eventuali placche e trombi parietali. Presenza di vasi ad origine dalla sacca (arterie mesenteriche, lombari e renali accessorie, che possono essere causa di endoleak di tipo 2).
• la biforcazione aortica, che deve essere > 18-20mm. Se inferiore l’endoprotesi può non espandersi correttamente.
• eventuali segni di prerottura / rottura
• presenza di aneurismi associati, iliaci o ipogastrici.
• vasi iliaci e femorali: calibro, tortuosità, placche, pregressa chirurgia.
Dr. Davide Bellini, Iacopo Carbone, Davide farina, Pier Giorgio Nardis17 Gennaio 2022