Definire la sede (generalmente due sedi elettive: ginocchio a livello meta-diafisario e colonna).
Descrivere l’aspetto della lesione: osteolisi geografica a margini definiti, espansiva, polilobulata; può avere setti interni, espressione di trabecole residue compresse dalla lacuna vascolare;
Descrivere lo stato dell’osso corticale (corticale assottigliata, interrotta, soffiata).
L’esame TC è utile per la caratterizzazione della lesione;
Individuare l’attività biologica in base allo stato dell’osso peri-lesionale (latente, attiva, aggressiva);
Descrivere la reazione periostale (il periostio tende a seguire l’espansione ed a formare una pseudo-capsula esterna).
Segnalare la presenza di possibili complicanze come fratture ossee o crolli vertebrali.
La metodica ottimale per definire la stadiazione locoregionale e la compartimentalità della lesione è la RM:
- La RM è in grado di dimostrare i caratteristici livelli fluido-fluido e di identificare la presenza di una eventuale componente solida, suggerendo che la cisti ossea aneurismatica si presenti nella forma mista (secondaria);
- Le cisti sono di segnale variabile, con un bordo periferico di basso segnale sia in T1 che in T2;
- Si osservano anche aree focali di segnale T1 e T2 elevato, che presumibilmente rappresentano aree lacunari con componente ematica in differente fase di evoluzione.
È importante ricordare che la presenza di livelli fluido-fluido, sebbene caratteristica delle cisti ossee aneurismatiche, non è affatto univoca per tale patologia, ma si osserva anche in altre lesioni, sia benigne che maligne (es. TGC dell’osso, Condroblastoma, Cisti ossee semplici e Osteosarcomi teleangectasici).
È opportuno rivalutare la lesione con follow-up a 3-6 mesi o anche meno in caso di caratteristiche aggressive della lesione.
Prof. Antonio Barile, Dr.ssa Marzia Giordano
21 Febbraio 2022