Definire la sede (insorge nell’80-90% dei casi sulle ossa lunghe degli arti, in particolare l’epifisi prossimale di femore o le diafisi di omero e tibia. Nella restante percentuale dei casi interessa la colonna vertebrale, specie le vertebre lombari o, in secondo luogo, cervicali).
Descrivere l’aspetto della lesione, tipicamente formata da un nidus centrale, area ipercellulare in cui trabecole di matrice osteoide si mescolano alla componente stromale, di dimensioni non superiori ad 1-1.5 cm e margini ben demarcati;
Descrivere l’interfaccia reattiva: sclerosi ossea produttiva dovuta alla bassa velocità di accrescimento e alla natura infiammatoria della lesione;
Descrivere l’eventuale presenza di iperostosi peri-lesionale;
L’esame TC è il gold standard per la caratterizzazione della lesione.
L’esame RM può essere utilizzato per la valutazione dell’edema peri-lesionale, che risulta esuberante rispetto all’estensione della lesione stessa;
Se dalla anamnesi è emersa una sintomatologia algica a livello della lesione, con dolore sordo che tipicamente aumenta nelle ore notturne ed è sensibile al trattamento con FANS, il sospetto diagnostico è avvalorato.
Considerare eventuali diagnosi differenziali come con l’Osteoblastoma (dimensioni > 1.5 cm, solitamente non presenta orletto di sclerosi reattiva, localmente aggressivo).
Se è stato effettuato un trattamento ablativo descriverne l’esito.
Prof. Antonio Barile, Dr. Francesco Arrigoni, Dr.ssa Marzia Giordano
22 Gennaio 2022
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