Quesiti al medico radiologo. Osteonecrosi

Definire la sede (epifisi prossimale e distale di ossa lunghe, mano, piede).

Descrivere l’aspetto della lesione: la radiologia tradizionale è negativa nelle fasi precoci, solo in fase conclamata si rendono documentabili le alterazioni (sclerosi segmentale, osteorarefazione ad orlo, marginazione osteosclerotica, fratture corticali e subcorticali, asimmetria della rima articolare);

L’esame TC è complementare alla radiologia tradizionale; utile per definire meglio la frammentazione ossea in fase conclamata o le sequele artrosiche.

La metodica ottimale per definire la stadiazione della lesione è la RM, che permette il riconoscimento della patologia in fase precoce, quando le metodiche tradizionali sono ancora negative;

Lo studio della lesione con RM documenta segnale variabile dipendente dallo stadio della lesione:

Le due fasi caratteristiche all’RM sono:

  • Fase adiposa (precoce): segnale alto in T1, segnale medio-alto in T2 (l’area marginata si comporta come il tessuto adiposo)
  • Fase Fibrosa (tardiva): segnale basso in T1, segnale basso in T2

Possono coesistere lesioni in fasi diverse;

Spesso alla lesione ON si può sovrapporre un edema spongioso reattivo che, soprattutto nelle prime fasi, potrebbe mascherarne la reale estensione (in alcune classificazioni vengono comprese anche una fase fluida ed una fase emorragica, intermedie tra la adiposa e la fibrosa, che verosimilmente sono legate a questa possibilità di sovrapposizione di quadri patologici).

Descrivere lo stato dei tessuti peri-articolari (sinovite reattiva solitamente presente in tutte le fasi);

Definire tra le complicanze anche eventuali neo-rapporti con le strutture limitrofe (pseudo-artrosi, incongruenza articolare, SLAC).

Considerare possibili diagnosi differenziali (edema transitorio dell’anca, bone marrow edema syndrome); in alcuni casi può essere utile l’utilizzo di m.d.c. per differenziare le aree di necrosi da quelle di edema spongioso reattivo.

È opportuno rivalutare la lesione con follow-up a 1-3 mesi o meno in seguito ad opportuna terapia.

Prof. Antonio Barile, Dr.ssa Marzia Giordano

21 Febbraio 2022

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