Definire la sede (metafisaria, più frequente a livello di ginocchio ovvero femore distale o tibia prossimale, in secondo luogo interessa il radio distale).
Descrivere l’aspetto della lesione (osteolisi geografica a margini sclerotici, osteolisi geografica a margini non definiti);
Descrivere l’interfaccia reattiva, caratterizzata da sclerosi ossea demarcante nella forma calma, sclerosi insufficiente nella forma attiva;
Descrivere lo stato dell’osso corticale (corticale assottigliata, interrotta, erosa, distrutta).
L’esame TC è fondamentale per la caratterizzazione della lesione;
Individuare l’attività biologica in base allo stato dell’osso peri-lesionale (fase calma, fase attiva, fase aggressiva).
Descrivere lo stato del periostio, eventuali addensamenti periostali di compenso o presenza di una pseudo-capsula di contenimento della lesione.
Segnalare la presenza di possibili complicanze come fratture ossee, che possono interessare sede di inserzione di strutture tendino-legamentose (ginocchio).
La metodica ottimale per definire la stadiazione locoregionale e la compartimentalità della lesione è la RM;
Nella definizione dei margini della lesione fare sempre riferimento ad univoci punti di repere anatomici locoregionali.
All’esame RM lo studio della lesione può documentare segnale variabile, dipendente dal rapporto tra componente cellulare e stromale;
Definire l’eventuale presenza di edema peri-lesionale.
Considerare possibili diagnosi differenziali (cisti ossea semplice, cisti aneurismatica).
E’ opportuno rivalutare la lesione con follow-up a 3-6 mesi o meno in caso di caratteristiche aggressive della lesione (possibilità di degenerazione in sarcoma gigantocellulare).
Prof. Antonio Barile, Dr. Francesco Arrigoni, Dr.ssa Marzia Giordano
22 Gennaio 2022
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